giovedì 30 agosto 2012

Dall'incontro nazionale 2012...

Radicate nella carità, inserite nel mondo 
 
Centotrenta consacrate provenienti da 52 diocesi italiane, da Malta e dalla Germania hanno partecipato, all’annuale Incontro nazionale dell’Ordo Virginum, che si chiude oggi a Mazara del Vallo nel Trapanese. Il percorso tematico ha focalizzato l’attenzione su Cristo Re ed è stato sviluppato a partire dalla riflessione liturgica, biblica e morale offerta da noti relatori della terra di Sicilia. Valeria Trapani, liturgista, ha analizzato il tema del sacerdozio regale, comune a tutti i fedeli in virtù del Battesimo, inquadrandolo nella vita della vergine consacrata. Benché nel rito della Consecratio virginum non vi siano elementi espliciti che riferiscano sulla dimensione regale, tuttavia essi si deducono dalla struttura del rito stesso, parallelo in alcuni elementi formali (processione introitale, interrogazioni, prostrazione…) al rito di ordinazione presbiterale. Ciò comporta una riqualificazione del modus celebrandi, che attiva la responsabilità pastorale e l’azione quotidiana. Il biblista Tony Caronna ha indicato nel passaggio dalla sequela alla testimonianza la dimensione regale del credente, che si attua mediante l’offerta di sé come sacrificio spirituale. Così l’uomo diventa strumento di santificazione, perché «portatore di Dio nella storia e luogo antropologico del darsi di Gesù Cristo».

Don Antonio Parisi, docente di teologia morale, ha ribadito che la vita morale cristiana si fonda sulla conoscenza esperienziale di Cristo, sorgente di ogni salvezza; essere suoi annunciatori vuol dire «liberarsi da pregiudizi e condizionamenti, crescere nella consapevolezza della propria identità per esercitare la regalità nell’impegno di cambiare il mondo». Numerosi vescovi siciliani hanno preso parte dall’Incontro nazionale dell’Ordo Virginum, presiedendo diversi momenti liturgici. Il cardinale Paolo Romeo ha invitato le vergini a essere donne radicate nella carità e pienamente inserite nel mondo, rompendo le barriere che relegano la vita consacrata nell’ambito privato e intimistico, impedendo il lieto annuncio del Vangelo. Annuncio che passa attraverso la carità, secondo il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero che ha definito le consacrate «ancelle delle nostre Chiese particolari», capaci di chinarsi, come il buon Samaritano, sulle ferite umane. Esse sono a disposizione di Dio, secondo l’arcivescovo di Monreale Salvatore Di Cristina, «espressione profetica della purezza che non attende niente dal mondo» e si proietta nel futuro di Dio, che è pienezza di vita e di vita eterna. Alla luce del pensiero di sant’Agostino, il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi ha definito la verginità come «libero atto di amore», custodita dalla carità e «splendida espressione della Chiesa».

Singolare e concreta è stata la testimonianza sull’interculturalità di Papas Jani Pecoraro, parroco e vicario generale dell’eparchia di Piana degli Albanesi, che ha presentato l’esperienza della Caritas nella sua diocesi, i limiti e le caratteristiche del volontariato. In seguito le suore francescane di Maria hanno condiviso la loro esperienza di accoglienza di giovani tunisini nella Casa della Speranza di Mazara. Come negli anni passati, si è dedicata particolare attenzione alle partecipanti in formazione o interessate all’Ordo Virginum, offrendo loro la possibilità di un percorso formativo adatto alle loro esigenze, attraverso il gruppo di primo approccio. Un momento di condivisione ha visto il racconto dell’Ordo Virginum di quattro diocesi italiane (Nicosia, Pavia, Sorrento-Castellammare di Stabia, Piazza Armerina) della loro storia, letta come segno tangibile della presenza di Dio nell’oggi della storia. (Gr.Coll.)
 
dal quotidiano Avvenire 29 agosto 2012

sabato 18 agosto 2012

TUTTO L'AMORE CHE CI SERVE


  

All you need is love, cantavano i Beatles con mirabile sintesi (come tutte le belle canzoni sanno fare).
L'amore è tutto quello di cui hai bisogno. Sì, ma quale amore? Quello del proprio compagno, marito? Dei figli? Per la natura? O verso il proprio cane? Ma c'è anche l'amore per la casa, per il lavoro. Quello per il prossimo. Per Dio. Ci sono tante forme di amore. Potreste chiamarlo con parole diverse: affetto, passione, cura, dedizione. Ma è sempre amore.
Non è forse amore quello che ti fa sporcare le mani di terra per creare quel balcone fiorito che in primavera ti invidiano tutti? O che ti fa alzare tutti i sabato mattina all'alba per andare in ospedale, metterti un naso rosso e fare il pagliaccio con i bambini malati di tumore? Vi assicuro che è amore pure quello che ti fa arrivare in ufficio sorridente e con la consapevolezza che neanche questa volta la tua collega antipatica riuscirà a farti arrabbiare.
Love,love,love,love,love...i Beatles lo ripetono mille volte. ma se l'ascoltate tutta, la loro canzone non è una canzone d'amore in senso classico. E,' piuttosto, una lezione di vita in forma di filastrocca. Dice che That's nothing you can do that can't be done: non c'è niente che puoi fare che non possa essere fatto; No one you can save than can't be saved: nessuno da salvare che non possa essere salvato.
L'amore fa fare qualsiasi cosa. L'amore salva tutti. Perchè è una potenza irresistibile, micidiale, spesso insensata, sempre irrazionale. Non serve capirlo: "Non sono un uomo intelligente, ma conosco l'amore" dice Forrest Gump. E lui, amando, fa grandi cose.
Certo, l'amore o c'è o non c'è. Quante persone aride, calcolatrici, opportuniste e false conoscete? Tante, troppe. Hanno perso la capacità di amare. O non l'hanno mai avuta. C'è troppo poco amore in questo mondo. Sprechiamo, buttiamo le cicche per terra, non conosciamo i nostri vicini di casa. Rubiamo, facciamo i furbi. Accettiamo di vivere in quartieri invivibili. Non abbiamo più la forza di indignarci, nè siamo più capaci di provare vergogna. E' perchè non amiamo abbastanza e non ci vogliamo più bene. Gli inglesi usano il verbo to care: avere a cuore. Descrive un amore che abbraccia le persone e le cose, che ha cura, che si cura di te, di noi, di tutti. E ciascuno ha diritto di avere la propria classifica di affetti. L'importante è che li abbia, gli affetti: che abbia qualcuno da amare. 
L'amore è contagioso. Di amore non ce n'è mai abbastanza. E spesso basterebbe solo quello. 
Cari vecchi Beatles, avete ragione: Love is all we need.

dall'editoriale di Donna Moderna
scritto da Alessandra Beltrame
22 agosto 2012 num.34